Per potenziamento si intende l’insieme di attività che permettono di migliorare le proprie abilità o acquisirne di nuove.

Così come attraverso il potenziamento muscolare possiamo rafforzare i muscoli del nostro corpo e migliorare il nostro rendimento fisico, attraverso quello cognitivo sono le facoltà cognitive ad essere incrementate.
Il potenziamento è possibile perchè il nostro cervello è in grado di subire modificazioni. Questa plasticità è una costante nell’intero arco di vita anche se è maggiormente accentuata durante il periodo evolutivo.
Non esiste un momento ideale per iniziare il potenziamento perchè se è vero che un intervento precoce è associato a una maggiore plasticità, è anche vero che con l’avanzare dell’età si acquisiscono una serie di competenze che supportano il processo (capacità di organizzazione, possibilità di attingere dall’esperienza, ecc).
A prescindere dall’età di inizio dell’intervento, è sempre importante rinforzare e automatizzare per prima cosa le abilità di base per poter passare, in un secondo momento, allo svolgimento di abilità più complesse.
Questo è quello che avviene nello specifico in programmi di potenziamento per DSA, nei quali tra le difficoltà principali c’è proprio l’automatizzazione dei processi base dell’apprendimento.
È importante procedere per livelli anche in caso di disturbo dell’attenzione (ADHD), in quanto l’attenzione è un processo basilare per l’acquisizione di ogni tipo di apprendimento.
Il grado di successo raggiungibile è dipendente da variabili emotive e metodologiche. A livello emotivo, ad esempio, un ruolo molto importante è svolto dalla motivazione che da la possibilità di spendere le giuste energie nello svolgimento di un compito. È quindi importante impostare i programmi di potenziamento sfruttando a pieno gli interessi.
Dal punto di vista metodologico, invece, è importante scegliere gli strumenti più adatti all’obiettivo che ci si è dati e utilizzarli in modo sistematico, diminuendo progressivamente gli aiuti e rinforzando positivamente i traguardi raggiunti dal bambino.
Pertanto, sapere che ad Andrea piace l’archeologia, a Giuseppe il calcio e che Nicola vorrebbe diventare un grande poliziotto ci ha permesso di creare attività nelle quali inserire esercizi di potenziamento del livello adeguato che li coinvolgessero sfruttando la dimensione del gioco.


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