Come si sviluppa la moralità nel bambino
Uno dei compiti più importanti del genitore è educare il figlio, conoscere il modo in cui si sviluppa la sua moralità e la sua percezione della morale può rappresentare una buona bussola per orientare le scelte educative in base alle diverse fasi evolutive del bambino.
Bisogna tenere ben presente che la moralità del bambino è diversa da quella dell’adolescente e dell’adulto e che muta con l’avanzare del suo sviluppo.
Piaget, uno psicologo svizzero, si è interessato allo sviluppo morale dei bambini osservando i loro giochi e ha definito due momenti della moralità del bambino.
In un primo momento (fino agli 8 anni circa), c’è la fase del realismo morale. La scelta di cosa è giusto e di cosa è sbagliato è fortemente legata alle regole che gli vengono date da persone che considera autorevoli . In più, la moralità è legata alla capacità del genitore di far rispettare le regole imposte attraverso punizioni.
Il bambino valuta così cosa è giusto e cosa è sbagliato e pensa che questa distinzione sia perfettamente condivisa da chiunque.
Crescendo, nella valutazione delle azioni diventano importanti anche l’intenzionalità e il contesto in cui l’azione avviene. Il bambino entra nella fase del relativismo morale e la percezione di giusto o sbagliato non è più considerata immutabile e universalmente condivisa.
La regola viene internalizzata e il bambino è in grado di decidere cosa è giusto o sbagliato in base all’intenzionalità dell’azione e a prescindere da un’eventuale punizione legata all’infrangere la regola data dal genitore.
Un piccolo esempio
Per te genitore è più punibile un bambino che rompe accidentalmente 12 uova o un bambino che ne rompe volontariamente 2?
Probabilmente, per la maggior parte di voi, è più grave che un bambino rompa volontariamente 2 uova piuttosto che ne faccia cadere accidentalmente 12 mentre prova a prendere un bicchier d’acqua.
Ma se ponessimo la stessa domanda a un bambino di 5 anni, secondo voi, cosa risponderebbe?