Quando il disordine è qualcosa di più: Disgrafia

Quando il disordine è qualcosa di più: Disgrafia

Siamo finalmente giunti a descrivere l’ultimo, ma non meno importante, Disturbo dell’Apprendimento della letto – scrittura: la Disgrafia.

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La Disgrafia, così come la Disortografia (articolo qui) è un Disturbo della scrittura, questa volta si tratta però di una difficoltà di natura grafomotoria dovuta ad un difetto nei processi di realizzazione grafica.

Ciò significa che la scrittura risulta poco leggibile perché il bambino fa fatica a scrivere le parole.

La scrittura di un disgrafico presenta spesso collegamenti errati tra lettere, proporzioni incongruenti tra le parti delle lettere ed, ancora, lettere e parole irriconoscibili od illeggibili.

Un bambino disgrafico fatica ad usare in modo corretto lo spazio che ha a disposizione: scrive senza rispettare il rigo, parte da metà pagina, non capisce quando è il momento di andare a capo.

 Difficoltà tipiche della disgrafia:

Le difficoltà più frequentemente riscontrabili in questo disturbo della scrittura sono:

  • Spazi irregolari tra lettere e parole
  • Lettere molto grandi o molto piccole
  • Incoerenza nell’inclinazione della scrittura
  • Mancato rispetto dei margini e delle righe
  • Capovolgimento di lettere
  • Difficoltà posturali o motorie 
  • Eccessiva lentezza
  • Confusione tra lettere graficamente simili
  • Difficoltà di controllo motorio durante l’esecuzione del movimento

Alcuni campanelli dall’allarme sono identificabili già durante la scuola materna ed il primo anno di scuola elementare:

  • Mancata o alterata acquisizione dei prerequisiti della scrittura 
  • Scarse abilità manuali, nelle attività grafiche
  • Difficoltà a colorare dentro i margini del disegno
  • Lentezza della scrittura 
  • Dolore all’arto superiore per una scorretta impugnatura
  • Scrittura poco leggibile
  • Difficoltà nell’organizzazione dello spazio

 Come aiutare?

Anche la scrittura può essere allenata, aiutando il bambino a migliorare e a raggiungere ottimi risultati. Ovviamente, come per ogni allenamento, servono tempo, pazienza, buona volontà e strategie adatte ad ogni singolo bambino.

Di seguito il punto di partenza e il risultato dopo un anno di lavoro con un bambino di 3° elementare. Inizialmente (a sinistra) la gestione dello spazio era molto poco gestita dal bambino che utilizzava una sola parte della pagina, scriveva in orizzontale e in verticale e faceva difficoltà a seguire per intero le righe del foglio. Dopo un anno di training (a destra) la gestione dello spazio è molto più semplice, vengono rispettate le righe, l’orientamento del foglio, gli spazi tra le parole.

DIsgrafia . Training

2 commenti

  1. Maria Elena Milano

    Trovo questo articolo fuorviante e carente dal punto di vista scientifico.Dalla disgrafia, quella vera, non si ” guarisce”.Sono sforzi inutili, quando andranno alle superiori con le lingue straniere, la matematica, la chimica,il greco, il disegno tecnico, un disgrafico non potra’ farcela senza usare il computer.Insegnare ai disgrafici a diventare padroni del computer e’ l’ unica chance per continuare a studiare davvero.

    1. StudioDendron

      La ringraziamo per il suo commento.
      Di sicuro dalla disgrafia non si “guarisce”, perchè non è una malattia ma un modo diverso di funzionare.
      Proprio da questa diversità dipende il diverso grado di severità che il disturbo può avere. Esistono disgrafie più lievi e disgrafie più severe. Ma non sempre il computer è l’unico strumento per aiutare il ragazzo nell’imparare a gestire il tratto grafico ed a convivere con la difficoltà.

      Ci sono disgrafie che possono migliorare con tanto allenamento, altre che nonostante l’allenamento risultano faticose e quindi necessitano di strumenti di ausilio e di dispensa dalla scrittura.

      Tuttavia non reputiamo fuorviante dal punto di vista scientifico l’articolo e, lavorando con diversi livelli di disgrafia ci sentiamo di non ritenere il pc “l’unica chance per continuare a studiare davvero”

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