L’attenzione: cos’è e come funziona

L’attenzione: cos’è e come funziona

Il termine attenzione, che deriva dal latino attentio-ōnis, da attendĕre, ovvero rivolgere la mente, non esprime un concetto globale e unitario, bensì una pluralità di fenomeni differenti.

Possiamo considerare l’attenzione come una funzione che regola l’attività dei processi mentali, elaborando in modo selettivo alcuni stimoli provenienti dall’ambiente esterno a scapito di altri, i quali vengono esclusi  in base ad un criterio di minore rilevanza, in modo tale da produrre una risposta adeguata.

Una prima descrizione dell’attenzione è stata fornita da William James (1890), il quale mise in evidenza gli aspetti peculiari di questa funzione, fra cui il suo carattere volontario e la capacità di mantenere attiva la concentrazione su molteplici stimoli: “Ognuno di noi sa cos’è l’attenzione. L’attenzione è la mente che si impossessa, in modo chiaro e vivido, di uno solo tra quelli che ci appaiono come oggetti, o collegamenti di idee, tutti ugualmente possibili. La focalizzazione, la concentrazione della coscienza sono suoi aspetti essenziali. Essa comporta il ritrarsi della mente da alcune cose per poter operare su altre, con grande efficienza; si tratta di una condizione che è l’esatto opposto di uno stato mentale confuso stordito e svagato”(James, 1890).

Possiamo descrivere l’attenzione come un fenomeno che comprende due proprietà fondamentali: la selettività e la variabilità dell’intensità. È selettiva perché, mentre le informazioni provenienti dall’ambiente esterno sono illimitate, la nostra capacità di elaborazione è limitata. È modulabile in intensità, nel senso che essa è variabile in base sia alle caratteristiche del soggetto, sia a quelle dell’oggetto esaminato.

In passato, gli studi sull’attenzione avevano condotto alla conclusione che essa fosse una funzione del tutto unitaria. Tuttavia, le nuove ricerche in ambito neuropsicologico e neuroscientifico hanno portato alla scoperta di un complesso di meccanismi modulari e flessibili.

 

L’attenzione può essere classificata secondo diverse funzioni specifiche:

  • L’arousal può essere classificato come un moderato e costante livello di attenzione. Si tratta di uno stato globale in cui si può trovare l’intero organismo. È costituita da una preparazione fisiologica che può variare di intensità: dallo stato più basso, il sonno, allo stato più alto, iperattività
  • L’attenzione sostenuta è la capacità volontaria di mantenere un buon livello attenzionale per lunghi periodi di tempo. Essa riguarda soprattutto l’abilità di sostenere uno stato di vigilanza adeguato in compiti monotoni o poco interessanti. Un esempio di attivazione dell’attenzione sostenuta è ciò che accade quando un sorvegliante deve mantenere l’attenzione continuativamente alta per molte ore durante la notte, per verificare l’eventuale presenza di intrusi, anche qualora questo avvenimento  abbia scarse probabilità di verificarsi.
  • L’attenzione selettiva è la capacità di selezionare le informazioni tra input in competizione tra loro, provenienti sia dal mondo esterno che da quello interno, evitando interferenze che porterebbero ad un elaborazione errata della risposta. Un esempio di questo fenomeno è l’effetto denominato cocktail party, che dimostra come l’attenzione selettiva agevoli il soggetto nel controllare tutte le informazioni provenienti dal mondo esterno, focalizzandosi su input relativamente deboli e scartando i possibili distruttori.
  • L’attenzione divisa o multi-canalizzata è la capacità di prestare attenzione a più compiti contemporaneamente, come nel caso della conversazione alla guida. Non tutti i compiti però si prestano ad essere svolti simultaneamente. Per questo motivo sono stati individuati tre fattori che determinano se due compiti possono essere compatibili: la complessità del singolo compito, la pratica e la similarità tra i compiti.
  • Lo Shifting o switching è un’altra funzione caratteristica dell’attenzione e può essere definita come l’alternanza tra due fuochi attentivi. Si tratta quindi della capacità di passare rapidamente da un compito ad un altro senza che questi siano elaborati contemporaneamente, come avviene per l’attenzione divisa. Un esempio di questo meccanismo può attuarsi quando una persona chiede informazioni stradali ad un’altra persona, intenta a parlare al telefono.

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