Mindfulness in gravidanza

Mindfulness in gravidanza

La gravidanza è un periodo caratterizzato da rapidi cambiamenti fisici, relazionali e d’identità personale che pongono la future mamma davanti a molte sfide fisiche e psicologiche

Durante la gravidanza, lo stress e un basso tono dell’umore possono interferire nella relazione madre-neonato e nello sviluppo del bambino stesso, aumentando in modo considerevole il rischio di disturbi dell’umore post-natali.

Da alcuni studi (Gavin et al., 2005; Vieten & Astin, 2008) emerge che il 18% delle mamme sperimentano degli episodi depressivi nel corso della gravidanza, accompagnati da scarso appetito, sintomi psicosomatici e insonnia. Questi episodi per altro, tendono ad aumentare dal primo trimestre al terzo e ultimo trimestre quando il parto è ormai imminente. I sintomi depressivi potrebbero essere poi responsabili di successive
conseguenze quali ridotto periodo di gestazione e nascita pretermine, parto cesareo non programmato, basso peso alla nascita del bambino, depressione post-partum.

La gravidanza è causa inoltre di alcune oscillazioni ormonali; il cortisolo, ad esempio, definito anche “ormone dello stress” può raggiungere dei livelli superiori alla soglia di produzione funzionale, innescando degli effetti indesiderati per l’organismo. Anche in questo caso l’aumento del cortisolo è direttamente proporzionale al trascorrere della gravidanza, con incremento di sintomi di carattere ansioso, dolori acuti e cronici e conseguente infiammazione della zona pelvica, sperimentati soprattutto negli ultimi mesi di gestazione.La letteratura internazionale, negli ultimi anni, si è interessata notevolmente agli aspetti sopra indicati, cercando di trovare delle soluzioni per migliorare la qualità di vita delle donne in gravidanza e dei loro futuri bambini. La crescita esponenziale e i numerosi benefici tratti dall’utilizzo della Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) hanno portato il mondo della ricerca a sperimentare il protocollo Mindfulness anche per le future mamme.
Per Jon Kabat-Zinn, pioniere della Mindfulness, la migliore definizione di questa disciplina è porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante (1994).

Si tratta cioè di dirigere volontariamente la propria attenzione a quello che accade nel proprio corpo e intorno a sé, momento per momento, ascoltando più accuratamente la propria esperienza, e osservandola per quello che è, senza valutarla o criticarla.

La mindfulness e una maggiore consapevolezza possono aiutare ad affrontare queste sfide con occhi attenti e grande accoglienza.

Finalità

Attraverso le pratiche di consapevolezza e il dialogo in gruppo è possibile apprendere come vivere pienamente le gioie e le fatiche di questo momento e come coltivare capacità che rimarranno nel tempo per vivere la maternità e la genitorialità in modo più completo.La mindfulness diventa così non solo una risorsa per gestire gravidanza e parto, ma uno stimolo per tutta l’esistenza.

Obiettivi

  • Ridurre i livelli di stress e di ansia, migliorare il tono dell’umore e accrescere l’empatia mamma-bambino;
  • Sviluppare abilità di accoglienza dei rapidi cambiamenti nel corpo, nello stile di vita, nelle relazioni, nel lavoro e nell’identità;
  • Acquisire consapevolezza nella vita di tutti i giorni per garantire un equilibrio sano anche nei momenti difficili;
  • Sviluppare l’accettazione di pensieri, sensazioni, emozioni;Sviluppare strategie di flessibilità mentale;
  • Acquisire maggiori competenze nell’affrontare e gestire il dolore del parto;
  • Ridurre i rischi di depressione post-partum.

La pratica di mindfulness diventa non solo una modalità per partorire, ma una risorsa per tutta l’esistenza, per coltivarsi come genitore più consapevole, amorevole e connesso.

 

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