PROSOPAGNOSIA: NON RICONOSCERE I VOLTI

PROSOPAGNOSIA: NON RICONOSCERE I VOLTI

Si chiama prosopagnosia, o face blindness (cecitá per i volti), ed è una forma di agnosia visiva che provoca l’incapacitá  selettiva di riconoscere i volti delle persone, anche se queste sono familiari, a fronte di un normale funzionamento della vista, della memoria e dell’intelligenza. Generalmente la si studia sui libri di neurologia, e fuori dal contesto clinico nessuno ne parla. Divenne appena un po’ piú conosciuta quando Oliver Sacks, il noto neurologo britannico, ne descrisse un caso in quello che ancora oggi è il suo libro piú famoso : L’uomo che scambió sua moglie per un cappello. Proprio il racconto del dottor P, che non riusciva a riconoscere la moglie guardandola in faccia, diede il titolo all’opera, e un pochino di fama a questa patologia sconosciuta.

 

AGNOSIA:  disturbo conseguente a deficit cerebrali, che determina nel malato l’incapacità di riconoscere gli oggetti mediante gli organi di uno specifico senso.

 

 

Il riconoscimento dei volti per l’essere umano è una capacitá particolarmente rilevante, che gli permette di muoversi nel mondo sociale, e proprio questa enorme importanza puó aver determinato una specializzazione che ha fatto emergere nel cervello dei meccanismi neurali specifici per i volti. Ora, se questo circuito non funziona alla perfezione, ecco che ci troviamo di fronte a quella che chiamiamo prosopagnosia, la cui gravitá e manifestazione sintomatica è variabile.

 

La forma acquisita puó insorgere in seguito a tumori o lesioni cerebrali che danneggiano le zone occipito – temporali, generalmente di entrambi gli emisferi. I recenti studi di neuroimaging suggeriscono che lo stimolo visivo venga correttamente elaborato dal cervello, categorizzato come volto, ma fallisca il confronto con i volti immagazzinati in memoria.

A leggerne la descrizione, sembra cosí distanti dalla comune percezione del mondo, da risultare quasi incomprensibile… come si puó non riconoscere una persona con cui abbiamo trascorso intere giornate? Sembra fantascienza. Sicuramente l’insorgenza in modalitá acquisita è la piú grave e compromettente, e puó essere associata ad altri disturbi se sono coinvolte piú aree cerebrali,  ma non é l’unica forma! Ne esiste infatti una seconda, congenita, che si stima colpisca il 2% della popolazione e, sebbene sia meno invalidante, spesso mette in seria difficoltá chi ne soffre.  Non sono note le cause di questa seconda forma, ma vi è sicuramente una base genetica, che fa si che i genitori la trasmettano ai figli.

 

Bene, ora smetto di parlare da neuropsicologa e vi presento il mondo visto attraverso la prosopagnosia.  Rientro infatti in quel  2% e in 29 anni di figuracce ne ho collezionate parecchie! Conviverci vuol dire essere sempre incerti su chi salutare e chi no.. anche se spesso poi il contesto viene in nostro aiuto. Cosí so che se entro in casa ci troveró la mia famiglia, che se entro in studio potró salutare i colleghi… memorizzo il taglio di capelli, le borse e le scarpe, il tono della voce… tutti dettagli che mi permettono di muovermi nel mondo abbastanza agevolmente, ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo! Basta un cambio di pettinatura per disorientarmi, un caschetto da ciclista

per non venir salutati, una borsa nuova per passare per sconosciute! E se dal vivo è difficile, nei film non è certamente meglio.. in quante trame mi sono persa perché i personaggi, a mio dire, erano troppo simili! Gli amici giá lo sanno, e pazientemente, in caso di necessitá, mi indicano i nomi.

Quando tento di spiegare la cosa, è difficile che mi si capisca: mi è stato chiesto se vedo che tutti hanno due occhi (si, ovvio, vederci ci vedo), se noto un bel ragazzo (ripeto, ci vedo!) se sono distratta (anche, ma non è questo il punto!). E poi, innumerevoli volte mi son sentita dare dell’antipatica perché non salutavo, con la conseguenza che spesso ora saluto a prescindere, e se non erano persone che conoscevo pazienza..si chiederanno loro chi sono io! Le difficoltá vere arrivano nel caso si avvii una conversazione con una persona che non riconosco..gli davo del tu o del lei? In che contesto ci siamo conosciuti? Di cosa mi sta parlando? Sto sul vago e cerco un dettaglio che mi indichi con chi ho a che fare!  Sono cosí brava ad adottare strategie alternative che la mia collega, amica dal secondo giorno di universitá, ancora adesso ride per il nostro primo incontro, quando, dopo una mattinata passata piacevolmente insieme, mi son trovata costretta a dirle che si, avrei voluto trascorrere le lezioni del giorno seguente di nuovo insieme, ma “io domani probabilmente non ti riconosceró, vieni a cercarmi tu!”. Ha pensato fossi strana, ma la cosa ha funzionato, tanto che ora so che entrando nel nostro studio trovo proprio lei! Per la cronaca, forse non l’avrei riconosciuta, ma so benissimo ancora oggi che aveva una borsa della Converse rossa!

NB: Volete sapere i prosopagnosici famosi nel mondo?  Due nomi su tutti: Brad Pitt e Luciano De Crescenzo!

 

Manuela Vignolo

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