L’ISOLA DEI SENZA COLORE

L’ISOLA DEI SENZA COLORE

TITOLO: L’isola dei senza colore

AUTORE :Oliver Sacks

EDITORE: Gli adelphi

PAGINE: 334

GENERE: Saggi, scienza

TRAMA:  Due viaggi negli atolli piú sperduti della Micronesia sono fonte di molteplici spunti di ricerca per Oliver Sacks. Il noto neurologo americano si cala contemporaneamente nella parte di medico, botanico e turista, e intreccia nei suoi racconti annotazioni di straordinarie biodiveristá, descrizioni di paesaggi incontaminati e ipotesi di ricerca.

A Pingelap una percentuale incredibilmente alta di abitanti non percepisce i colori e presenta una forte fotosensibilitá che li costringe a vivere in ambienti scuri per la maggior parte delle ore diurne. Gli occhi degli acromatopsici non hanno i coni, le cellule specializzate per la percezione dei dettagli fini e dei colori, e affidano perció tutta la loro vista ai bastoncelli, molto sensibili alla luce. A cosa si deve questa cecitá cromatica, e perché la sua incidenza su quest’isola è cosí alta rispetto a tutto il resto del mondo? L’autore si improvvisa investigatore, e avvicinandosi alla popolazione locale, incuriosito dal modo di vivere di una cultura in cui l’acromatopsia è una condizione condivisa, ripercorre la storia dell’isola, intuendo come una devastazione del 1700 possa aver reso dominante il gene dell’acromatipsia, di cui erano portatori pochi dei sopravvissuti. L’incrocio tra consanguinei e l’isolamento dovuto alla posizione geografica hanno probabilmente giocato un ruolo dominante, e oggi l’assenza di percezione di colore è una condizione del tutto normale sull’isola,  tanto che le strategie messe a punto per compensare tale mancanza non sono solo individuali, ma comuni ad un’intera societá.

“ In questi bambini acromatopsici (…) potevamo giá osservare il rapido sviluppo di una sorta di conoscenza teorica e di know how, un’ipertrofia della curiositá e della memoria in reazione ai problemi percettivi. Essi stavano imparando a compensare per via cognitiva quanto non potessero percepire o comprendere in modo diretto”

Un secondo viaggio porta l’autore sull’isola di Guam, a studiare la lytico-body, una paralisi progressiva accompagnata da deterioramento cognitivo, che ha un’incidenza particolarmente alta tra i chomorro, gli autoctoni dell’isola, nati  in un determinato periodo. Fattori genetici, ambientali, storici e sociali vengono valutati e mescolati, per avanzare un’ipotesi che possa avvicinarsi alla spiegazione.

“Quelli che osserviamo oggi Oliver”, mi disse John “sono gli effetti tardivi di qualcosa accaduto molto tempo fa”

L’isola dei senza colore non è un trattato di neurologia, non è solo la storia di una malattia, ma un ampio sguardo sul mondo, scritto con la scorrevolezza tipica di Oliver Sacks. La curiositá che passa dagli occhi dell’autore alla sua penna, rende giustizia alla bellezza e al mistero di una molteplicitá di enigmi che non sono solamente scientifici, ma anche storici, antropologici, biologici… perché la scienza non è racchiusa in un laboratorio, ma si declina a contatto con la vita.

Lascia un commento